Mordraud– Libro primo.
Si
tratta della storia di tre fratelli. La loro genesi li rende
straordinari: non sono esattamente umani, ma non per questo non lo
sono nei sentimenti. Ciascuna delle sfumature caratteriali e dei
risvolti interiori è trattata con sensibilità e profondità. Lo
stile narrativo è dettagliato, piacevole, talvolta crudo. Gli eventi
si dipanano con i tempi necessari ad assaporarne anche gli aspetti
introspettivi: insomma, lo scrittore non si pone il problema di
affannarsi alla ricerca della frenesia a tutti i costi, questo in
antitesi con quanto accade in molte produzioni attuali. Ciò non
significa che manchi l'azione, quella c'è ed è stupendamente
rappresentata, ma solo che essa è intervallata da splendidi dialoghi
a volte funzionali alla trama altre alla delineazione della
psicologia degli interpreti. Certo, i lettori che preferiscono opere
completamente centrate sulla trama troverebbero questo libro almeno
il doppio più lungo di ciò che dovrebbe. Se invece, si approccia
l'opera con l'intenzione di assaporarne le innumerevoli sfumature, la
lettura garantisce un'esperienza piena e appagante. Concludo con una
metafora
culinaria: se preferite il fast food non è roba per voi, ma se amate
lo slow food di
qualità,
saprà soddisfare il vostro palato.
Questo
secondo capitolo assume tinte un po' più da urban fantasy, poiché
molte delle vicende (ma non tutte) si sviluppano nella città di Syl.
Le storie personali dei tre fratelli tornano a intrecciarsi in
maniera a volte più a volte meno diretta in una rete di intrighi e
doppi giochi tra nuovi personaggi secondari ricchi di carisma. Alcuni
misteri vengono svelati e altri interrogativi, aperti. Ma
soprattutto,
oscure minacce cominciano a farsi largo gettando la loro infausta
ombra su quello che sarà il futuro dell'intera umanità. L'intreccio
narrativo è superbo e ricco di colpi di scena; gli aspetti
introspettivi affrontati
con cinismo e "violenza". Degno seguito di un grande
romanzo.
La
lettura è pervasa da una costante inquietudine provocata dal
profondo fatalismo che segna la trama. E in questo libro, il
fatalismo ha fattezze umane... un nome. La consapevolezza
dell'ineluttabilità del destino assegnato ai protagonisti, trasmette
molto e pone il lettore in uno stato in cui le emozioni giungono
dritte nell'intimo. Questo,
perché la sofferenza traccia linee profonde nelle vicende narrate e
getta inquietudine, insicurezza anche nei momenti di apparente
armonia.
La prosa è solida, scorrevole e moderna. I dialoghi, maturi. Un
romanzo intriso di dolore, cupo... meravigliosamente cupo.
Valutazione
globale 5/5.
Esiste
anche un bel cortometraggio ispirato al primo libro di
cui consiglio la visione:
ecco
il
link.
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