Mordraud I, II e III di Fabio Scalini.


Mordraud - Libro Terzo di [Scalini, Fabio]



Mordraud– Libro primo.
Si tratta della storia di tre fratelli. La loro genesi li rende straordinari: non sono esattamente umani, ma non per questo non lo sono nei sentimenti. Ciascuna delle sfumature caratteriali e dei risvolti interiori è trattata con sensibilità e profondità. Lo stile narrativo è dettagliato, piacevole, talvolta crudo. Gli eventi si dipanano con i tempi necessari ad assaporarne anche gli aspetti introspettivi: insomma, lo scrittore non si pone il problema di affannarsi alla ricerca della frenesia a tutti i costi, questo in antitesi con quanto accade in molte produzioni attuali. Ciò non significa che manchi l'azione, quella c'è ed è stupendamente rappresentata, ma solo che essa è intervallata da splendidi dialoghi a volte funzionali alla trama altre alla delineazione della psicologia degli interpreti. Certo, i lettori che preferiscono opere completamente centrate sulla trama troverebbero questo libro almeno il doppio più lungo di ciò che dovrebbe. Se invece, si approccia l'opera con l'intenzione di assaporarne le innumerevoli sfumature, la lettura garantisce un'esperienza piena e appagante. Concludo con una metafora culinaria: se preferite il fast food non è roba per voi, ma se amate lo slow food di qualità, saprà soddisfare il vostro palato.

Questo secondo capitolo assume tinte un po' più da urban fantasy, poiché molte delle vicende (ma non tutte) si sviluppano nella città di Syl. Le storie personali dei tre fratelli tornano a intrecciarsi in maniera a volte più a volte meno diretta in una rete di intrighi e doppi giochi tra nuovi personaggi secondari ricchi di carisma. Alcuni misteri vengono svelati e altri interrogativi, aperti. Ma soprattutto, oscure minacce cominciano a farsi largo gettando la loro infausta ombra su quello che sarà il futuro dell'intera umanità. L'intreccio narrativo è superbo e ricco di colpi di scena; gli aspetti introspettivi affrontati con cinismo e "violenza". Degno seguito di un grande romanzo.

La lettura è pervasa da una costante inquietudine provocata dal profondo fatalismo che segna la trama. E in questo libro, il fatalismo ha fattezze umane... un nome. La consapevolezza dell'ineluttabilità del destino assegnato ai protagonisti, trasmette molto e pone il lettore in uno stato in cui le emozioni giungono dritte nell'intimo. Questo, perché la sofferenza traccia linee profonde nelle vicende narrate e getta inquietudine, insicurezza anche nei momenti di apparente armonia. La prosa è solida, scorrevole e moderna. I dialoghi, maturi. Un romanzo intriso di dolore, cupo... meravigliosamente cupo.

Valutazione globale 5/5.

Esiste anche un bel cortometraggio ispirato al primo libro di cui consiglio la visione: ecco il link.

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