I Quattro Regni è un fantasy epico classico di chiara ispirazione "tolkeniana". Il narratore onniscente descrive con dovizia di particolari e discreta eleganza gli scenari dove, di volta in volta, si svolgono gli eventi. Oltre ai dettagli tangibili dei luoghi, vengono enucleati gli aspetti culturali caratterizzanti dei popoli che li vivono. Le razze principali sono quelle già ben note degli umani, dei nani, degli elfi delle foreste e degli orchi, ciascuna delle quali popola uno dei quattro regni a cui il titolo fa riferimento. Esse sono presentate, tutto sommato, secondo gli stilemi classici, anche se, con qualche piccola variante. Oltre a tali razze e società, ve ne sono altre che rivestono un ruolo marginale, ma solo nel contesto politico, visto che negli eventi narrati sono determinanti al pari delle altre. Tra queste, se ne trovano alcune piuttosto originali che arricchiscono e caratterizzano l'ambientazione. La trama inizialmente si articola su due filoni principali, poi si fonde in uno unico divenendo perfettamente lineare. In termini generici, si tratta del cliché del giovane all'apparenza qualunque che, però, è predestinato a compiere qualcosa d'importante e che lo fa accompagnandosi in un viaggio avventuroso con uomini straordinari a fianco dei quali affronterà anche l'epico scontro finale. La caratterizzazione dei personaggi è affidata a dialoghi che alternano a scambi di battute "di circostanza", vere e proprie perle capaci di far riflettere. Come nella produzione di Tolkien, il bene e il male sono ben distinti, così come è sostanzialmente evidente chi sta da una parte e chi dall'altra. La stessa cosa dicasi per l'amore che è presentato nella sua espressione più aulica. L'autore, comunque, in un determinato frangente espone delle considerazioni che mettono in evidenza le insidie che si nascondono anche nelle cose più pure: ciò conferisce un piccolo tocco di orientalità al pensiero portante. La prosa è valida e adatta allo scopo, la leggibilità ottima. Purtroppo, si evidenziano diversi refusi ed errori di punteggiatura, anche se, almeno i primi tendono a scemare con lo scorrere delle pagine. Ad ogni modo, visto che le reponsabilità di un tale sfregio su una così valida opera non sono da attribuire all'autore, ho stabilito di non tenerne conto. Consiglio I Quattro Regni a tutti e, in particolar modo, a chi ha finito di leggere Tolkien e ne vuole ancora. Valutazione 4/5.
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