giovedì 20 dicembre 2018

Bellissima recensione di Dannato Malloppo! a cura di Andrea R Ciaravella.




La polvere si posa delicatamente sul ciglio della strada, tanta polvere, bossoli e dei dannati fagioli.
Un uomo osserva gli altri, stanno mettendo a segno il colpo del secolo, qualcosa di così grandioso da rimanere negli annali: il furbo, lo svelto, il dito facile, lo stupido, il tirchio, la ragazza che guardano tutti con desiderio, il bombarolo. Il loro gruppo è mal assortito, nato quasi per caso, fra pistole puntate in pieno viso e ricatti.
Qualcuno di loro è finito in mezzo al piano per caso, nemmeno sa cosa sta accadendo, tutto questo per colpa di quel Dannato Malloppo!
Stiamo parlando di un western che riesce a immergere il lettore in una immensa impresa, raccontando quanto la famiglia, l’amore, la fiducia non siano altro che inutili parole per stupidi.
La storia prende subito l’aspetto di un racconto crudele, pieno di sarcasmo e sorte avversa. Il buon vecchio Hugg Badfinger trova alcuni documenti in mezzo alla refurtiva raccolta da un cadavere e il suo figlioletto, Donnola, è costretto a seguirlo in una fuga rocambolesca verso quello che diventerà un colpo da veri maestri! La narrazione si muove perennemente incontrando lentamente tutti protagonisti e accogliendoli in una diligenza che spesso rasenta l’assurdo e il ridicolo.
In dannato malloppo si ride, molto, ma si rimane anche affascinati dall'astuzia dei suoi personaggi e dalla loro totale mancanza di cura verso il prossimo.
Donnola rappresenta il personaggio cardine per il lettore, permettendogli di proiettarsi all'interno della storia in modo critico e cauto. Il lettore in più occasioni si troverà a condividere i suoi pensieri, osservando il mondo attraverso il suo spiccato sesto senso.
La storia si snoda in modo molto intricato, portando un ciclone di situazioni addosso alla combriccola, che quasi svogliatamente è costretta a collaborare per la riuscita del piano.
Il finale giunge troppo presto, nel senso che le situazioni comiche diventano così naturali e ben oliate da non riuscire a smettere di leggere. A un certo punto la trama comincia a provocare sussulti al lettore, mentre gli eventi precipitano e i personaggi incontrano il loro fato la visione d’insieme dello scrittore serra con forza i ranghi, conducendo a un finale sbalorditivo e imprevedibile.
Dannato malloppo è un ottimo esempio di Western, il figlio di una lunga tradizione e pieno di rispettosa disciplina, non è improbabile che possa introdurre il lettore a una cultura quasi dimenticata a oggi e mai abbastanza compianta.
R

sabato 10 novembre 2018

Recensione de Il dono del Reietto a cura di Vincenzo Romano.

Eccoci al libro di oggi: Il dono del reietto, di Mario Micolucci
E se l'eroe non fosse un principe alto e prestante? o un giovane predestinato a un luminoso avvenire?
Mario Micolucci guarda le cose da un altro punto di vista, parte da un luogo poco esplorato dalla maggior parte degli autori fantasy, lontano da castelli, torri e grandi destini.
Nel grigio fetore di una palude è Djeek il goblin a dare vita a una catena di eventi che ci condurranno per mano nel vasto mondo presentato ne "Il dono del reietto"
TRAMA (possibile spoiler moderato, se non lo vuoi saltalo pure)
Djeek è l'antieroe o l'eroe? Disprezzato dai suoi stessi simili vaga per la palude alla ricerca di cibo per il clan, si imbatte in uno scontro nel quale si guarda bene dall'intervenire, ma da cui recupera un oggetto che determinerà l'inizio delle sue avventure, ribaltando la sua opinione di sè.
Il finale non è di immediata intuizione, io non amo i finali troppo "finiti" e questo un po' lo è, sebbene ci sia più di un aggancio per future narrazioni.
AMBIENTAZIONE
Mondo fantastico ben articolato, soprattutto nella costruzione della società degli umani, curato il pantheon e la cosmogoina, il mondo è un'arena in cui gli dei si sfidano a diversi livelli nel corso dei secoli, i popoli che lo abitano hanno imparato a convivere e in alcune occasioni a trarre vantaggio dai Doni che gli dei hanno lasciato.
Interessante la scelta dei nomi, aderenti al concetto quindi facili da ricordare, ma sufficientemente alterati da non essere fuori contesto (es: Limpia dea della purezza, Acusta dea dei musici...)
STILE
Presentare un mondo tanto originale quanto complesso richiede notevole maestria, le informazioni sono fornite con l'espediente dei personaggi che ne discutono (in linea di massima coerentemente con il loro carattere, uno in particolare trae gran piacere dall'impartire "lezioni" quindi rappresenta un validissimo aiuto per l'autore). Nel complesso non l'ho trovato eccessivo.
Sull'immersività l'autore può fare ancora qualcosa in più, la precisione di alcune scene (in particolare i combattimenti) soffre un po' della complessità delle manovre descritte e non c'è mai chiara identificazione con un unico personaggio per volta, la telecamera inquadra quasi sempre un campo medio.
Il registro linguistico è molto caratterizzante, diversi personaggi adoperano termini e locuzioni che "gli danno una voce propria", si impara a riconoscerli e questo è un bene.
Pochi, pochissimi refusi nell'intero testo, che segnalerò all'autore perchè li corregga, ma si tratta di sviste e non di errori.
PERSONAGGI
Sono tanti (e già qui plauso), la vicenda è equilibrata e il "gruppo" di ispirazione dungeons& dragons ha una sua credibilità. Un po' meno il team degli antagonisti, la cui eterogeneità viene spiegata soltanto alla fine.
Anche i comprimari sono ben caratterizzati.
Bene la scelta dei nomi, si ricordano e si associano con facilità a quasi tutti.
CONCLUSIONE
È una avventura fantasy fuori dagli schemi, trama solida e coerente, scelte stilistiche che possono essere o meno apprezzate da chi legge ma testimoniano una precisa volontà dell'autore.
Il romanzo mi ha regalato una esperienza piacevole e quindi lo consiglio senza indugio.

domenica 16 settembre 2018

Recensione per Il Dono del Reietto su Scrittoriindipendenti.



Prima di leggere quest’opera non sapevo quasi nulla dei Goblin, adesso potrei tenere un corso universitario sull'argomento. Pensavo che fossero dei tipi trucidi ma, a dire il vero, sono solo dei gran rozzi. 
Nel vivaio, dove vengono educati i cuccioli, non è permesso mostrare emozioni o sentimenti; soltanto la crudeltà è premiata come pure la furbizia. Chi sa, forse la società dei Goblin non è poi tanto lontana da noi! 
Djeek, il protagonista è descritto davvero bene nella sua evoluzione. Anche a chi legge sembra di vivere le sue amarezze, le forti umiliazioni a cui presto si era dovuto abituare. Tra le file dei suoi simili la sua brillante intelligenza non è una dote ma qualcosa da estirpare con violenza. 
Visto cosi, il libro può essere letto come un percorso ascetico in cui Djeek, lentamente, riesce a scoprire quali siano le sue qualità imparando ad avere stima di sé ed apprezzare ciò che stava diventando. Ma la storia non appare affatto compiuta.
Le descrizioni sono il punto forte di questo libro. Il mondo che l'autore sa creare è maestoso e complesso e meriterebbe ulteriore sviluppo. Ogni personaggio è esponente di una diversa cultura e ne porta in sé gli stereotipi. 
Vi sono tanti Dei che usano quel mondo soltanto per divertirsi. Non hanno certo a cuore la sorte della gente che lo abita. Una folla di personaggi danza per le sue vie, le loro personalità e le storie che li riguardano sono ben scritte e si intrecciano in modo magistrale. Tuttavia, questa storia è troppo grande per il suo troppo piccolo protagonista che ne rappresenta soltanto un minuscolo tassellino. Forse un giorno ciò che Djeek scopre di poter fare avrà una maggiore influenza su tutto il suo mondo? Il tutto meriterebbe un seguito! 
Questo romanzo è scritto come supporto per un gioco di ruolo, che porta lo stesso nome, del quale non sono riuscita a sapere altro. Non sono in grado di dire se ciò richieda delle speciali accortezze. 
La struttura del racconto è assai particolare: in cima ad ogni capitolo vengono date delle informazioni che sono difficilmente inseribili nella trama del racconto stesso. Una  vena di comicità si snoda attraverso i dialoghi che contribuiscono a creare un'atmosfera surreale che rende tutto tra il serio e il faceto. Voto finale 6,5

Carla Ioppolo

sabato 4 agosto 2018

Nuova recensione di Dannato Malloppo! a cura di Andrea R Ciavarella.

Il mio consiglio è di leggere Dannato Malloppo! Un western che richiama le atmosfere dei film classici ma che riesce a rinnovare e sorprendere. Ogni personaggio viene rappresentato e dipinto con saggezza da un autore veramente capace, ogni evento della trama è inaspettato e corre verso un finale che lascia a bocca aperta.
La comicità è molto evidente e forte, rendendo alcune scene indimenticabili.
Signori, stiamo parlando di Mario Micolucci!


Nuova recensione di Dannato Malloppo! a cura di Corrado Pastore.

Arrivata un'altra recensione positiva.

Blog: Ecco il link alla recensione.

Pagina FB: Leggere libri, leggere liberi



mercoledì 13 giugno 2018

Nuova recensione per Dannato Malloppo! sul blog The Mantovanis.

"Dannato Malloppo!" di Mario Micolucci è un romanzo insolito, di genere western, chiaramente ispirato ai vecchi film italiani denominati "spaghetti western".
Normalmente libri di questo tipo (nonché film) non sono proprio il mio genere, ma avevo ricevuto questo ebook dopo la serata autore di Mario Micolucci alla quale avevo partecipato poiché avevo letto l'altro suo libro, "Il dono del reietto", un romanzo fantasy. Avendo trovato molto originale il libro di questo autore mi sono cimentata in questo genere insolito e devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita dalla sua originalità: all'inizio ho trovato la trama ricca di rimandi e omaggi ai vecchi western, persino dei cliché.
Il giovane Finn, chiamato da tutti dispregiativamente Donnola, vive accanto al padre, Hugg Badfinger, una figura orribile, burbera, volgare e violenta, legata molto più alla sua arma da fuoco che al figlio: le loro vite cambiano completamente quando si ritrovano un "malloppo" particolare, sottratto uccidendo un ranger. L'avidità e il desiderio di fare molti soldi li trascineranno in un'avventura violenta, "sporca" come la polvere in cui arrancano e come i villaggi che vengono raccontati, colmi di brutalità e di squallore. I personaggi femminili sembrano un mero contorno, presentati solo dagli occhi di maschi come oggetti del desiderio, trofei da vincere a qualcun altro; le vite umane un qualcosa di tranquillamente sacrificabile in vista del facile guadagno atteso.
Come accaduto però ne "Il dono del reietto", l'autore ribalta tutti gli stereotipi nel finale, strappando alla fine un sorriso per il colpo di scena e, tutto sommato, lasciando addosso al lettore un poetico senso di giustizia.
Il genere è difficile da trattare, molto di nicchia e veramente molto insolito, cosa che però alla fine ho apprezzato: spesso ho la sensazione di leggere "cose già viste", qui invece, ancora una volta, sono rimasta sorpresa. La forma è ancora molto da rivedere: la punteggiatura a volte è usata imprecisamente (virgole messe tra soggetto e verbo) e le È sono spesso E', ma nulla che non possa essere corretto e, forse, snellito successivamente.
Lo consiglio a chi cerca qualcosa di singolare e agli amanti del genere western.
Link al blog: https://themantovanis.wordpress.com/…/recensione-di-dannato…
Ecco il link alla pagina del blog:
The Mantovanis

giovedì 10 maggio 2018

giovedì 11 gennaio 2018

Il Pozzo. Primo capitolo.

Sto lavorando su un nuovo romanzo. Un fantasy cupo, cinico, claustrofobico e inquietante. Il protagonista è odioso e il mondo che lo circonda, ancora di più. E' ambientato in una mastodontica cava prigione, detta il Pozzo, dove chi gestisce il montacarichi ha potere assoluto. Il Pozzo è l'unica miniera al mondo da cui si estrae il latetentio, un minerale dalle proprietà prodigiose. Sulla superficie è molto più prezioso dell'oro, ma i minatori sono costretti a scambiarlo con semplici generi di sussistenza. Anche se è tutto ambientato nelle viscere della terra, il design dei personaggi e dei luoghi è di gusto marinaresco, poiché i prigionieri sono quasi tutti provenienti dal regno insulare in cui il Pozzo è collocato. Per chi è abituato alla pacatezza verbale delle altre mie opere, lo stile carico e colorito risulterà nuovo. Insomma, di tanto in tanto, c'è qualche termine "poco elegante", spero di non essere scaduto nel turpiloquio. A ogni modo, ditemi la vostra anche su questo aspetto.

Vi propongo la lettura del primo capitolo.

leggi il primo capitolo


lunedì 1 gennaio 2018

Video-recensione di Dannato Malloppo!

Questa videorecensione, appena ricevuta, è il modo migliore per iniziare il nuovo anno. Dateci un'occhiata, dura poco.