Washington,
aprile 1854. Il Senato degli Stati Uniti d'America ratifica
l'acquisizione dal Messico delle novecentottanta miglia quadrate
acquistate tramite l'intermediazione del Ministro Plenipotenziario
James Gadsen il 24 giugno 1853. I nuovi territori sono evidentemente
di matrice latino-americana, oltre che selvaggi e inospitali: sono,
infatti, tangibili le sacche di resistenza da parte delle tribù
native dei Pueblo, dei Navajo e degli Apache. Nonostante ciò,
costituiscono la nuova frontiera, un'opportunità per molti: per chi
vuole farne un nuovo corridoio per scambi commerciali, per i
costruttori di grandi infrastrutture, per i coloni, per gli uomini di
affari... e per quelli di malaffare.
Dannato
Malloppo! È un romanzo ambientato in quei luoghi e in quel periodo.
Quindi, negli anni successivi alla Guerra del Messico e antecedenti
quella di Secessione. Un'epoca stimolante in quanto foriera di tanti
cambiamenti che avrebbero mutato per sempre la fisionomia
politico-sociale degli Stati Uniti. Si cominciava a parlare di
progresso, il cui simbolo principale era via ferrata. Emergevano i
primi segnali delle problematiche sociali legate all'inevitabile
processo che, nel corso dei decenni a seguire, avrebbe portato alla
costituzione di una vera società multietnica; mentre, in numerosi
ambienti colti, e non solo, lo schiavismo veniva messo in
discussione. Dal punto di vista tecnologico, la retrocarica, che ha
spadroneggiato nelle produzioni cinematografiche, non era ancora
diffusa a livello commerciale, anche se già esistente; mentre tra
gli esplosivi alternativi alla polvere da sparo, l'avvento della
nitroglicerina era lungi dal divenire.
Insomma,
un selvaggio West... particolarmente selvaggio.
Nelle illustrazioni James Gadsen e i territori dell'acquisto Gadsen.