Si tratta del capitolo conclusivo di
una delle migliori saghe fantasy italiane. Il romanzo si apre
riproponendo il prologo del Libro I, e da lì, comincia il dipanarsi
della trama. Se gli altri volumi ardevano delle passioni viscerali, a
volte gaudiose, ma molto più spesso atroci del protagonista, in
questo, Mordraud è praticamente assente e a garantire gli standard
medi di inquietudine e angoscia ci pensano
le atmosfere cupe e decadenti. Entrano in gioco nuovi personaggi che
intrecciano le loro vicende con quelli già noti: come l'autore ci ha
abituati, sono molto ben caratterizzati e capaci di lasciare il segno
nell'animo del lettore. Anche l'ambientazione e il sistema magico
riserveranno grandi
sorprese, scoperte e
novità; mentre
alcuni degli spietati
nemici dell'umanità
varcheranno la soglia
dell'abominevole. Nello
stile consueto della saga, dopo un inizio che lancia tanti incipit,
la parte centrale è quella più di riflessione, approfondimento e di
amalgamazione
del tutto, e poi parte il finale che,
a suon di colpi di
scena, catapulta
verso il finale, un finale che, in un certo senso, non redime il
lettore dall'angoscia accumulata, anzì è capace di lasciarne
una traccia persistente
ben oltre la conclusione del libro. In calce
alle vicende conclusive, parte una sorta di racconto che colma e
spiega alcuni misteri della trama. In conclusione, la quasi
totale latenza di un
personaggio come Mordraud si sente eccome, tuttavia resta un più che
degno atto conclusivo per una grande opera. Valutazione
5/5.
Nessun commento:
Posta un commento