Creature Oscure: Il Dio Drago di Francesco Lombardelli.

Creature Oscure: Il Dio Drago di [Lombardelli, Francesco]


Si tratta di un originalissimo fantasy votato all'azione con elementi narrativi tipici del genere supereoristico. Il contesto in cui si sviluppano gli eventi è simile a quello di un cappa e spada, tuttavia con delle variazioni. Infatti, sembrerebbe ambientato in una Terra futura dove brilla un sole non giallo, ma adamentino e dove i rarissimi cimeli del passato sono testimonianze di una tecnologia avanzata ormai perduta: quindi, ci si può imbattere in teletrasporti, in armi da fuoco, ma anche gli originalissimi “boom clock” che sono dispositivi da polso assai preziosi con diverse funzioni futuristiche tra cui quella di immagazzinare oggetti, anche ingombranti, da tirar fuori all'evenienza. Gli stessi poteri, di cui alcuni personaggi sono dotati, sono da intendersi sia come capacità magiche, ma anche come mutazioni genetiche ottenute nei tempi andati grazie a una civiltà scientificamente evoluta e che alcuni cinici scienziati cercano di riscoprire e di manipolare. Il protagonista è un abile cacciatore di draghi che sembrerebbe latore di un qualche potere che però non si è mai risvegliato. Questi, supportato di volta in volta da compagni di ventura dotati di diversi poteri, si troverà ad affrontare una sequenza di fatiche di ercoliana memoria per far uscire il suo mondo da una serie ciclica di infausti eventi. Lo stile propone una girandola mozzafiato di scene di azione e di brevi dialoghi sagaci e divertenti, lasciando poco spazio alle descrizioni: di sicuro non ci si annoia mai. Si ha come la sensazione di vivere in un videogioco fatto di combattimenti, magistralmente rappresentati, con tanto di combo e attacchi finali spettacolari, e brevi intermezzi che fanno da prologo all'evento successivo. Lo stesso boom clock ricorda parecchio l'invetario dei videogiochi. Insomma, questo testo garantisce divertimento allo stato puro con qualche piccolo spunto di riflessione: una boccata di aria fresca nel mondo dei fantasy. L'unica nota dolente va attribuita alla scrittura che è sì scorrevole, efficace e comprensibile, ma stilisticamente macchiata da ingenuità e regionalismi, soprattuto nell'uso del pronome “te”, e da una conduzione dei dialoghi che spesso è del tipo: nome -”frase proferita”- che ritengo accettabile in una sceneggiatura, ma non per un testo narrato. Capisco la volontà di mantenere un ritmo serrato anche negli intermezzi, ma così… Peccato, perché avrebbe meritato le cinque stelle. Ovviamente, resta assolutamente consigliato.
Valutazione 4/5.

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